15/05/2006 21:31:50
Perchè nessuno ha citato quella più usata in assoluto? Mi sembra alquanto strano :P
Comunque ecco la mia lista:
- sorride (come avete potuto dimenticarla :P )
- si avvicina
- si siede
Ma la più bella di tutte rimane:
+inarca le iridi
10/06/2006 12:17:03
Anch’io voglio citare qualche termine molto usato negli ambienti in cui ruolo io:
Favella
Destrosa
Rosee labbra
Assottiglia gli Occhi
Nerastre, grigiastre (tutto ciò che finisce in “astre”) Iridi :P
Passo lento
Capelli levigati
Passo sostenuto (Da che O.o?)
Porta la “destrosa” mano sull’”elsa” della Spada
Simultanei movimenti
Movenza
Silente
Oscuro
Tetro
E poi al momento non mi viene nulla in mente, forte questa discussione ^__^
11/06/2006 11:26:12
altri:
-risata da paura
-con forza sovraumana
-non rivolgerti così al tuo Padrone
-poteri sopra i regnanti
-passo regolare e scadenzale
09/07/2006 10:53:09
La migliore rimarra` sempre...+ ENTRA nel Bosco
<_< c`è un passaggio tridimensionale per entrare nei boschi >_>
09/07/2006 17:51:03
e che dire di "sgrana gli occhi" oppure "cammina con le mani nelle tasche"...oppure un (lieve) cenno col capo di saluto o agita la mano (mancina o destrosa)per salutare
12/07/2006 21:56:30
x Numerino
Entrare in un bosco, come addentrarcisi e uscirne è la corretta forma italiana per definire le su citate azioni: tu come esprimi lo stesso concetto?
Mi sfugge inoltre il riferimento alla tridimensionalità.
Se ha come oggetto un "ingresso" allora è necessariamente bidimensionale (la profondità è nulla riferendosi ad una linea di demarcazione tra due diversi ambienti), mentre se fai riferimento all`azione di entrare questa è ovviamente tetradimensionale (come tutte le azioni, del resto).
30/10/2006 19:57:03
Allora io invece ho conosciuto un tipo che invece di scrivere il solito "loquir" o "proferire" scrive....ADDURRE
Ora non so nemmeno se questo termine esiste, in aggiunta a quelli già citati da altri potrei dico:
-incrociare le braccia al petto (per i maschietti)
-incorciare le braccia sotto il petto (per le femminucce)
Poi per il fatto della presa sull`elsa esiste uno stile particolare di maneggiare una spada da una mano mettende l`indice e il medio sopra l`elsa quindi in questo caso ma SOLO in questo caso quel termine potrebbe un po calzare :P
01/11/2006 02:23:37
A riguardo del modo di esprimersi nei gdr, posto anche qui una cosetta che ho elaborato per alcune comunità in rete di cui mi sono occupato e che attualmente è adottata per Paris 1755 - Lande Oscure.
"
Pur rispettando la libera interpretazione del proprio pg da parte di ciascun giocatore e la libera scelta di come impostare il proprio modo di giocare, vogliamo comunque lasciare alcune utili indicazioni.
Cominciano con il sottolineare la specificità del sistema di gioco in rete, rispetto a quelli classici, cartaceo o live.
Il gioco in rete non segue la regola della “partecipazione fisica” dei giocatori, per la quale è molto difficile che uno dei partecipanti ad un certo punto della giocata, semplicemente si alzi dalla sedia e sparisca dalla stanza, senza dire niente, o si allontani dal luogo in cui si sta portando avanti un gdr live.
Questa cosa invece è abbastanza comune nelle giocate all’interno di comunità virtuali ed è quindi una caratteristica che va tenuta in considerazione.
Tutto questo tralasciando altri elementi caratterizzanti che distinguono la partecipazione alle comunità virtuali rispetto agli altri contesti di gioco simili (cioè la sfera dei desideri, delle aspettative, dei bisogni, emozionale e relazionale – che rendono l’utente di una comunità virtuale non ascrivibile alla limitata categoria dei "giocatore di ruolo").
Dopo questa premessa entriamo nello specifico del “come” ci si relaziona.
Posto che ciascuno ha il proprio “stile letterario” nel comunicare in forma scritta - caratteristica sulla quale influiscono diversi fattori, fra cui il gusto individuale e il livello culturale – è evidente che l’essenza stessa del gioco di ruolo, cioè il confrontarsi di “intenzioni” diverse, comporta una certa sensibilità nel considerare quanto espresso dagli altri giocatori, costringendo la fantasia e l’immaginazione del singolo ad “intrecciarsi” sull’ordito intessuto dall’insieme dei partecipanti – cioè, detto semplicemente, costringe a “giocare insieme”.
Da questa considerazione deriva anche un altro elemento fondamentale, cioè il fatto che, a prescindere dallo stile letterario scelto, quanto viene descritto in una schermata di gioco debba essere il più comprensibile possibile a tutti.
A questo punto dobbiamo fare un distinguo fondamentale.
Un giocatore impegnato in un gdr ha due livelli di interazione nel gioco:
a) il primo è il livello delle cosiddette “azioni”, cioè le scritte di diverso colore, precedute da una stringa – per Lande
Oscure la chiocciolina "@" - in cui rientrano la descrizione delle azioni che il giocatore ha scelto per il suo personaggio in fase di gioco, oppure la descrizione del suo aspetto o del suo portamento (e mai ciò che pensa!)
b) il secondo livello è quello del “dialogo”; il livello cioè cui il giocatore esprime il “parlato” del personaggio e il suo modo di relazionarsi, interagendo con gli altri personaggi presenti.
La descrizione delle azioni è l’aspetto di partecipazione al gioco in cui, a nostro avviso, l’elemento “chiarezza” deve essere più curato.
E’ fondamentale che gli altri giocatori e l’eventuale master presente abbiano un`idea precisa di cosa si voglia far fare al proprio personaggio o cosa si vuole che trasmetta, sia esteriormente (aspetto fisico, abbigliamento...), sia dal punto di vista "umorale" (espressione del volto, impressione che può dare del suo stato psicologico....).
In talune comunità si richiedono lunghe descrizioni dettagliate, in cui si deve addirittura scrivere con quale piede si comincia a camminare… non è il nostro caso. Anzi, riuscire ad essere chiari e precisi, con poche parole (senza essere ovviamente esagerare all’opposto) non solo è sintomo di una buona capacità letteraria, ma rende la chat molto più dinamica e favorisce il gioco complessivo.
Per fare un esempio.
Un descrizione di questo tipo (descrizione realmente avvenuta):
(tizio)@ appoggia la mano sinistra sul pomello della porta di legno del locale, facendo ruotare l’avambraccio leggermente in senso orario di circa quarantacinque gradi, stringendo contemporaneamente la presa, in modo da esercitare una discreta pressione,facendo così scattare il meccanismo e permettere l’apertura dell’anta, che si dischiude, cigolando, in un ampio arco verso l’interno dell’ambiente, rendendo agevole l’entrata…
È una descrizione in gran parte inutile, farraginosa, che per giunta richiede diverso tempo per essere formulata, con la conseguenza di non spiegare alcunché di interessante, a parte il fatto che si è aperta una porta e, cosa ancora peggiore, di intasare la chat – bloccandola per diverso tempo.
Ovviamente, al contrario, una cosa del tipo:
(tizio) @ apre la porta
(tizio) @ entra
(tizio) @ si siede
Sarebbe una cosa decisamente squallida.
Colorare un po’ la descrizione delle azioni, citando qualche particolare, rende piacevole il gioco, purché non si ecceda e si mantenga un buon livello di fluidità complessiva.
Come dicevano i latini: in medio stat virtus...
Per il principio di chiarezza, alla base del descrivere le azioni, sarebbe opportuno evitare di usare tutti quei termini tra lo pseudo lirismo e l’antichismo medieval-plasiticoso… che ormai sembrano aver preso piede e trovato, purtroppo, dimora un po’ ovunque.
Mi riferisco a descrizioni del tipo:
(tizia)@ facendo favillar nel loco le smeraldine iridi, ivi ella s’avvicina al messere seduto alla mancina e, allungando la diafana destrorsa mano, va a sfiorar, in un frusciar di vesti, il di lui corpo con le sue lunghe e sottili dita mentre l`atra spira del ricordo che s`attorce nella di lei mente le rende l’espression del viso mesta – indi si china leggermente e sibila al di lui orecchio, proferendo…
A prescindere dal gusto personale, dalla scorrettezza grammaticale e sintattica, dalla incomprensibilità che in gran parte la caratterizza, lo scritto denota il tentativo di voler dare una forma "aulica" alla descrizione. Come se usare termini come "cristalline o cerulee iridi", "pelle diafana", "frusciar di vesti", "sibilar di voci" o espressioni come "Il di lui corpo..." nobilitasse il nostro modo di giocare, facendoci credere di apparire a noi stessi e agli altri ottimi giocatori.
Cosa che non avviene - anzi - gli effetti sono due:
1) una descrizione del genere solitamente dà l`impressione che l`autore non abbia grandi idee... e voglia puntare sulla forma (per giunta errata) per supplire ad una carenza di contenuto;
2) Le descrizioni monoblocco e ridondanti vengono lette dal 80% dei presenti solo in minima parte - in genere solo le prime tre righe - facendo perdere di significato il senso stesso della descrizione.
Questo non significa ridurre la capacità descrittiva, anzi - aumentando il numero di interventi e distribuendoli all`interno della chat, inframmezzati dai dialoghi, garantisce un`ottima capacità di approfondire le descrizioni, maggiore dinamicità alla chat e al gioco ma, soprattutto, una perfetta leggibilità delle stesse.
E, preciso, stiamo parlando di descrizioni ... cioè di frasi scritte per descrivere il personaggio o una azione.
L’elemento più discutibile delle descrizioni troppo lunghe e ridondanti sta proprio nel rischio di prolissità, incomprensibilità e intasamento della chat, soprattutto in “situazioni di combattimento” – quando si rende indispensabile un certo rispetto rigido di una turnazione di gioco.
A tal proposito bisogna aggiungere che è fondamentale rispettare sempre il principio secondo il quale si deve descrivere una sola azione per turno di gioco, anche se il rispetto della turnazione degli interventi fra i giocatori è imposto SOLO in "fase di combattimento" - cioè nei momenti in cui la scelta di una certa azione da parte di un giocatore ha ripercussioni fondamentali sull`andamento della giocata - (banalmente) un ladro che tenta di borseggiare un personaggio e viene scoperto da una guardia che è sul posto; una rissa o uno scontro fra personaggi. In questo coso, oltre al rispetto delle turnazioni, come avviene nel gdr cartaceo, è bene ricordare che tutte le azioni avvengono "contemporaneamente" per ciascun turno di gioco - e la presenza di un "narratore" è più che auspicabile...
Per tutte le altre situazioni, chiamiamole di "interazione ordinaria" fa personaggi (chiacchierata al bistrot o in una chat pubblica...), proprio per la specificità della partecipazione di gioco in rete, non è richiesto il rispetto di alcuna turnazione di gioco.
Un discorso diverso si deve fare per il secondo livello del comunicare in un contesto di gdr in rete, cioè la parte dedicata al “dialogare” del personaggio.
Se si ha avuto il piacere di “caratterizzare” il proprio personaggio (background, modo di comportarsi, indole, carattere…) sicuramente ci si potrà avvalere di una buona dose di informazioni per “definire” anche un suo modo di esprimersi.. una sua.. dialettica.
In quest’ottica - prendendo spunto dall`esempio precedente - sarà plausibile che un personaggio “lirico” – ad esempio un poetastro squattrinato che si aggira per le strade di Parigi o una cainita toreador, con il pallino per la poesia, si esprima in questo modo (compresa di descrizione dell’azione):
(tizia)@ si avvicina all’uomo, seduto alla sinistra della porta. Il viso è rilassato anche se gli occhi mostrano una certa inquietudine
(tizia) [chinandosi leggermente su di lui e sfiorandogli la mano con la propria] “Messere.. l’atra spira che s’attorce nella mente al ricordo.. non concede sollievo alla mia anima… “
La parte descrittiva dell’azione è chiara, coincisa e il modo di essere e di esprimersi del personaggio è pienamente rispettato.
In linea generale sarebbe preferibile mantenere sempre distinti, dal punto di vista letterario, comunicativo, il piano descrittivo da quello del dialogo; cioè tener presente che la descrizione non deve seguire il modo di esprimersi del personaggio ma rispondere all’esigenza della chiarezza.
In altre parole si può benissimo interpretare un personaggio “lirico” ma è preferibile che le azioni che andremo a fargli fare non seguano, nel modo di essere descritte, il suo lirismo.
Altrimenti si rischia, nel caso si intepreti, ad esempio, una giovane dama di buona famiglia, romantica e svenevole, di scrivere cose del tipo:
ragazza) @ volge il di lei viso a mancina, a cercar il conforto dello sguardo della di lei amica che s’attarda in su la medesima strada e, vendendo lo passo suo sopraggiungere, repente lascia scivolar via dalle labbra un sospir lieve, ad un sussurro accompagnato
(ragazza) “or che giunte siam al loco, invero sarebbe d’uopo che entrambe si prestasse attenzione, a cagione del fatto di ritrovarsi poco in arnese…
Seguendo lo stesso principio, nel caso in cui si interpreti un tagliagole, rozzo e analfabeta di nome Glung si dovrebbe
scrivere qualcosa del tipo:
(Glung) @ che non si possa mai da lo manggiarre in amicizzia doppo una bela mazzazione di nobilastri dal le borsa gonfie guarda Il Guercio facendo movere la mano di manca collo coltelacio in sula tavolla che si trova seduto ello vorrebe morto che si è mangiato un gran pezo de la su carna e grugnifolando ‘ssai i dice
(Glung) “ Te me mangiato nu pezo de mi carna che no io vollevo dare ora i te smozzico!…”
La soluzione migliore ovviamente sembra proprio quella di garantire massima chiarezza alla descrizione dell’azione, mentre lasciare una discreta libertà al modo di esprimersi del personaggio perché… in fondo… anche il non riuscire a capire cosa l’altro stia dicendo, fa parte del gioco.
Una cosa diversa invece è l’abuso di “francese” nei dialoghi. Essendo l’ambientazione quella di Parigi del 1755, si deve supporre che la lingua comune, quella in cui si esprimono normalmente i presenti, sia proprio il francese.
E’ buona norma limitare l’uso di parole in francese a pochi termini, di facile comprensione (bonsoir, bonjur, mademoiselle, madame, monsieur…).
Per quanto riguarda le altre lingue, nel caso in cui si sia costretti ad usarle per motivi di gioco, si consiglia di aggiungere comunque una traduzione di quanto si fa dire dal proprio personaggio, messa fra parentesi, perché è bene che comunque tutti i giocatori comprendano ciò che viene detto, anche se il personaggio che si interpreta non potrà capire, non conoscendo la lingua.
Es:
(caio) “Milady, nice to meet you (trad: “signora, felice di incontravi…”)
Oppure usare una espressione tipo questa:
(caio) “Milady, felice di incontrarvi..” [parla in inglese] "
Spero che il noioso pamphlet possa in qualche modo essere utile.
Ricordo comunque a tutti che sono sempre aperte le iscrizioni al CCSI (Comitato Contro le Smeraldine Iridi) che ormai compie quattro anni.
01/11/2006 10:55:33
... ma qualcuno ha citato il famoso verbo perplimersi ?
Riflessivo, ovviamente
14/01/2007 22:51:59
E come possiamo dimenticarci del mitico "cangiante"!!!
Va sempre bene con tutto quello che si vuole descrivere!! XP
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